Il faggio magico

In una fredda mattina di gennaio, mentre Tonio il boscaiolo si apprestava a colpire con la sua ascia un grosso faggio, l’albero incredibilmente cominciò a parlare.

- Ahia! Mi fai male, fermati – disse l'albero.

- Fammi vedere se sono sveglio... Ahhh – urlò il boscaiolo, era tutto vero.

- Vuoi entrare dentro il mio tronco? - gli chiese l'albero aprendo una porta.

Il boscaiolo entrò impaurito e iniziò a scendere come se stesse sullo scivolo del luna park e alla fine atterrò su un materasso molto morbido. Quando si guardò intorno rimase senza fiato per lo stupore perché era al centro della Terra. Sentì delle voci: era l'albero che gli stava dando delle indicazioni per arrivare alla chiave che apriva la porta per vedere cosa succedeva agli alberi dopo che venivano tagliati. Tonio si avviò verso la chiave, però vide un ostacolo: c'era fuoco, acqua e tronchi che si muovevano grazie ad una macchina. Il boscaiolo vide uno spazio e superò il primo ostacolo. Poi sentì un fortissimo vento e si ricordò che camminare in ginocchio sarebbe stato più facile quando c'era tanto vento e con grande fatica riuscì a superare anche il secondo ostacolo. Poi vide della sabbia.

- Il terzo ostacolo è la sabbia – disse Tonio.

Ci salì sopra, ma erano sabbie mobile, così si aggrappò ad un ramo del faggio e superò il terzo ostacolo.

Poi in un angolo vide la porta, girò la chiave e ritornò dove tutto era iniziato.

Alla fine Tonio non fece più il boscaiolo, ma divenne un bravissimo commercialista.

 

Alessandro Poggi