Fango e luce

 

In un pomeriggio di novembre un po’ piovoso, Emilio uscì di casa in cerca della felicità.

Era ancora giovane, ma purtroppo la vita gli aveva già riservato delle cocenti delusioni tanto che si sentiva spinto a rompere tutti gli schemi a lui già noti.

Vagò a lungo per le strade della città: camminava lentamente con il bavero alzato e con lo sguardo assente di chi non riesce a vedere nulla di ciò che lo circonda. La sua mente era confusa e per la pioggia che gli bagnava gli occhiali, rischiava di cadere ad ogni passo.  

Quando arrivò al solito incrocio, mentre si accingeva ad attraversarlo come faceva tutti i giorni, una macchina, incurante di lui, lo inzuppò completamente di acqua e fango.

 

Emilio perse l’equilibrio e finì con la faccia in una pozzanghera. Quando faticosamente alzò lo sguardo non credette ai suoi occhi.

Dalla macchina che lo aveva inzuppato era sceso un bambino che lo fissava sorridendo: quel volto lo riportò indietro nel tempo perché inequivocabilmente quel bambino era lui da piccolo!

– Era tanto che ti stavo aspettando – disse il bambino – e finalmente sei arrivato.

– Ma come è possibile… mi aspettavi?!?!?– balbettò incredulo Emilio rimettendosi faticosamente in piedi e cercando di pulirsi gli occhiali con la sciarpa sporca di fango.

– Ma cosa fai? – disse il bambino porgendogli un fazzoletto fresco di bucato.

Incredibilmente era proprio quello a righe verdi e gialle che gli piaceva tanto quando la mamma glielo metteva nella tasca del grembiule prima di andare a scuola.

Emilio non ebbe il tempo di chiedere nulla perché, quando il bambino lo toccò, venne risucchiato da un vortice.

Si ritrovò sulla riva del mare.

L’acqua era azzurra e cristallina e subito un piacevole senso di calore si impadronì di Emilio stemperando il freddo che ormai da troppo tempo attanagliava il suo cuore.

I raggi del sole scherzando sulla superficie del mare creavano giochi di luce di mille colori.

Sulla riva alcuni bambini si rincorrevano ridendo: tutti indossavano per proteggersi dal calore del sole un cappellino bianco. Un bambino da solo costruiva un castello di sabbia.

Emilio si avvicinò e sentendo una stretta allo stomaco gli chiese:

- Bello! ma l’hai fatto tutto da solo?

Al bambino si inumidì lo sguardo. E proprio quando stava per rispondere, si avvicinò una giovane donna con un fazzoletto a righe azzurre e bianche in mano a detergere un leggero sudore dalla fronte del bambino – Non può averlo fatto da solo perché non ne sarebbe capace – disse la donna ad Emilio. Poi rivolgendosi al bambino: – Quante volte ti ho detto di non dar retta agli estranei…

- È stato questo il tuo errore, mamma – mormorò Emilio un attimo prima di essere ripreso dal vortice.

Si ritrovò in una grande piazza alberata e specchiandosi per un attimo nella vetrina del bar d’angolo si accorse di essere molto invecchiato.

Un giovane uomo si avvicinò salutandolo affettuosamente:

- Ciao papà, da quanto non ci vediamo! Dai vieni che ci prendiamo un caffè!

Quando entrarono nel bar una voce femminile esclamò: - Non è possibile! Che piacere incontrarla dottore. Lei è il figlio immagino? Ma lo sa che io debbo la vita a suo padre?

– So bene di cosa è capace mio padre! – disse il giovane sorridendo – è un grande chirurgo, anche se spesso si dimentica di quanto vale!

  Quanti sforzi e quanti castelli di sabbia per arrivare a tanto! – pensò Emilio guardandosi le mani.

Quando uscirono dal bar, centinaia di stormi si alzarono in volo dagli alberi e avvolsero Emilio in un abbraccio che lo sollevò facendogli finalmente vedere la realtà dall’alto.

Si abbandonò a quella danza leggera che armoniosamente cambiava direzione ed assumeva forme sempre nuove. Era un gioco inebriante e in quel momento si sentì parte di un tutto che rispondeva ad una logica istintiva.  

Dall’alto il mondo gli appariva sotto una luce nuova, tutto era sorprendentemente diverso dal solito.

Finalmente aveva capito! Dolcemente lo stormo lo fece planare nei pressi di quell’incrocio dove tutto era cominciato. Si sentiva pervaso da una forza nuova.

La pioggia era cessata e tra le nuvole si intravedevano i riflessi di un meraviglioso tramonto che lasciava presagire un domani sereno.

Emilio superò di un balzo la pozzanghera e si avviò fischiettando tra le prime luci che si accendevano ad illuminare la città.

 

Dario Amadei - Marisa Alberti - Gianna Mieli - Elena Murgia - Carla Pelli - Maria Antonietta Piras - Antonio Trimarco - Leonardo Vitullo

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