Il fulmine

Il mio cane corre felice su di un prato fiorito. Il verde brillante del prato quasi scomparso, teneramente invaso dall’allegro candore delle margheritine. Il bottoncino giallo, rivolto verso il sole sembra voglia donargli un luminoso sorriso di gratitudine.

Mi siedo su di un vecchio tronco adagiato sul prato sotto la grande quercia; mi piace guardarla e immaginare di confondermi nell’abbraccio dei suoi rami vigorosi.

Chiudo gli occhi e immagino di diventare piccola piccola. Comincio a camminare cautamente lungo una grossa radice della quercia che affiora dal terreno. Una farfalla mi passa vicino e sembra sorridermi. Avanzo ancora, comincio a salire lungo il tronco del vecchio albero e una voce bassa, profonda e rassicurante m’invita ad entrare in una spaccatura della corteccia.

Intimorita e al tempo stesso incuriosita cerco un appiglio per potermi intrufolare nella fessura e, con mia grande sorpresa, riesco ad entrare con facilità. Ma la sorpresa si muta in sbalordimento quando mi rendo conto di trovarmi in un’enorme sala illuminata da una calda luce soffusa in cui danzano numerose coppie vestite elegantemente.

Mi viene incontro un compito maggiordomo che mi chiede il mio nome per potermi annunciare; al tempo stesso mi si avvicina un bellissimo uomo bruno, sorridente che mi invita subito a ballare.

Sono confusa, non conosco nessuno e temo di fare brutta figura: non sono granché come ballerina.

Il mio cavaliere, gentilmente ma con determinazione, mi prende tra le sue forti braccia e mi coinvolge in un travolgente tango ed io, non so come, riesco a seguirlo. Mi ritrovo ad eseguire quelle figure difficili e spettacolari che avevo sempre sognato di saper fare ma non ero mai riuscita a fare.

Perdo la cognizione del tempo e di me stessa. Non c’è il tempo, non ci sono nient’altro che la musica travolgente e le forti braccia del mio cavaliere che mi guidano con maestria in un mondo a me sconosciuto. Mi chiede il mio nome e mi dice il suo. Il suono della mia voce mi sembra strano e il mio nome banale. Chissà perché. Non capisco ciò che mi sta dicendo, la sua voce si confonde con la passionale melodia del tango che ancora ci trascina vorticosamente per la sala.

Mi sembra che le altre coppie siano sparite, quando sento un boato, uno schianto: un fulmine colpisce in pieno la grande quercia.

 

***

 

Il mio cane resta a guardare le rovine fumanti.

 

(Rossana Bonadonna)